Cinema indipendente è anche e soprattutto cinema di qualità. Ne è dimostrazione una perla perduta nel tempo, Dracula cerca sangue di vergine e morì di sete, film del 1974, fortemente voluto da Andy Warhol e diretto dal bravo Paul Morrisey.
Figlia della pop-art, questa pellicola può essere definita grottesca ma anche di denuncia in qualche maniera, visto che si propone di affrontare il tema della diversità e di tutta l'ipocrisia che si cela dietro ad un certo perbenismo religioso.
Veniamo ora alla trama che potete anche evitare di leggere, se intendete recuperare la pellicola.
Anni ’30. In sofferenza a causa della mancanza di sangue di vergine, il Conte Dracula decide di trasferirsi in Italia, seguendo il suggerimento del suo stimato maggiordomo.
Una decisione presa partendo dal presupposto che, la presenza del Vaticano in Italia, abbia portato alla conservazione di giovani fanciulle, animate da un profondo spirito cattolico e quindi dedite alla verginità prima del matrimonio.
L'incontro con una famiglia aristocratica, il cui padre è intenzionato a dare in sposa una delle figlie, produce effetti insperati. Dracula trova così ospitalità presso l'uomo ma un servitore, deciso a impedire le nozze, svergina tutte le figlie del suo datore di lavoro che comunque proprio caste non erano nemmeno prima.
L'ultima delle sorelle si innamora però di Dracula ma il servitore non accetta la situazione e finisce
per uccidere il Vampiro, producendo anche il suicidio della ragazza.
Un film da recuperare e consigliato sicuramente a chi ha voglia di approfondire l'eredità di un grande maestro e di una scuola di pensiero che rimarca anche una piccola, enorme verità riguardante il piccolo cinema indipendente, quasi sempre di qualità.